Disturbi di Personalità
Un Disturbo di Personalità è un pattern costante di esperienze interiori e di comportamenti che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o menomazione.
Questo pattern si manifesta in aree come: la cognitività (cioè i modi di percepire e interpretare sé stessi, gli altri e gli avvenimenti); l’affettività (cioè la varietà, l’intensità, la labilità e l’adeguatezza della risposta emotiva); il funzionamento interpersonale; e/o il controllo degli impulsi.
Il pattern abituale risulta quindi inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali, è stabile nel tempo e di lunga durata, e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta. Tale pattern, inoltre, determina un disagio significativo o una compromissione del funzionamento in ambiti importanti, come ad esempio quello sociale o lavorativo.
I disturbi di personalità vengono distinti in 3 diversi gruppi: gruppo A, B e C.
I disturbi inclusi nel gruppo A portano gli individui ad apparire strani o eccentrici.
Gli individui con disturbi inclusi nel gruppo B, invece, appaiono amplificativi, emotivi o imprevedibili.
Infine i soggetti appartenenti al gruppo C appaiono spesso ansiosi o timorosi.
Dividendoli per gruppi, i principali disturbi di personalità dunque sono:
Gruppo A:
– Disturbo Paranoide di Personalità: è caratterizzato da sfiducia e sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono interpretate come malevole.
– Disturbo Schizoide di Personalità: è caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressività emotiva.
– Disturbo Schizotipico di Personalità: è caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni affettive, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento.
Gruppo B:
– Disturbo Antisociale di Personalità: è caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti degli altri.
– Disturbo Borderline di Personalità: è caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti, e da marcata impulsività.
– Disturbo Istrionico di Personalità: è caratterizzato da emotività eccessiva e da ricerca di attenzione.
– Disturbo Narcisistico di Personalità: è caratterizzato da grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia.
Gruppo C:
– Disturbo Evitante di Personalità: è caratterizzato da inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai giudizi negativi.
– Disturbo Dipendente di Personalità: è caratterizzato da comportamento sottomesso e adesivo legato a un eccessivo bisogno di essere accuditi.
– Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (da non confondere con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, chiamato anche DOC o OCD): è caratterizzato da preoccupazione per l’ordine, perfezionismo ed esigenze di controllo.
Andiamoli adesso a vedere uno ad uno con maggiori dettagli.
Disturbi di Personalità del Gruppo A
Disturbo Paranoide di Personalità
Il Disturbo Paranoide di Personalità è un pattern di diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri, tanto che le loro motivazioni vengono interpretate come malevoli. Questo pattern inizia nella prima età adulta, è presente in svariati contesti, ed è contraddistinto da almeno quattro delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con questo disturbo presumono che altre persone li sfruttino, li danneggino o li ingannino, anche quando non vi sono prove che supportino queste aspettative. Sospettano, senza prove o sulla base di prove insignificanti, che altri complottino contro di loro e possano aggredirli improvvisamente, in ogni momento e senza alcuna ragione. Spesso sentono di essere stati profondamente e irreversibilmente feriti da un’altra persona o da persone anche quando non vi sono prove oggettive di ciò.
– Dubitano, senza giustificazione, della lealtà o affidabilità di amici o colleghi, le cui azioni vengono esaminate minuziosamente per evidenziare intenzioni ostili. Ogni deviazione percepita dall’affidabilità o lealtà serve a sostenere le loro supposizioni. Sono talmente stupidi quando un amico o un collega si mostra leale che non possono fidarsi né credergli. Se si trovano in difficoltà, si aspettano che gli amici e i colleghi li aggrediscano o li ignorino.
– Gli individui con disturbo paranoide sono riluttanti a confidarsi o a entrare in intimità con gli altri, poiché temono ingiustificatamente che le informazioni vengano usate contro di loro. Possono addirittura rifiutare di rispondere a domande personali, dicendo cose come: “non sono fatti vostri”.
– Leggono significati nascosti umilianti o minacciosi in osservazioni o eventi benevoli. Ad esempio possono mal interpretare un onesto errore da parte del commesso di un negozio come un deliberato tentativo di imbroglio, o vedere una casuale osservazione scherzosa da parte di un collaboratore come un grave affronto personale. I complimenti vengono spesso mal interpretati (ad esempio quello relativo a un nuovo acquisto può essere inteso come una critica per il proprio egoismo, o l’elogio di un talento può essere interpretato come un tentativo di costringere a prestazioni maggiori e migliori). Possono anche vedere un’offerta di aiuto come una critica al fatto che non stiano facendo abbastanza bene da soli.
– Gli individui con questo disturbo portano costantemente rancore e sono incapaci di dimenticare insulti, ingiurie od offese ricevute. Piccole offese evocano grande ostilità e i sentimenti ostili persistono per molto tempo.
– Poiché sono costantemente attenti alle intenzioni ostili degli altri, spesso sentono di essere stati attaccati nel proprio ruolo o nella reputazione, o di essere stati offesi in qualche altro modo, anche quando ciò non è evidente agli altri. Sono pronti a contrattaccare e a reagire con rabbia agli insulti percepiti.
– Gli individui con questo disturbo possono essere gelosi in modo patologico: sospettano in modo ricorrente, senza una giustificazione adeguata, che il coniuge o il partner sessuale sia infedele. Possono raccogliere “prove” banali o circostanziate per supportare le loro convinzioni di gelosia, o anche pretendere di mantenere un controllo completo delle relazioni intime per evitare di essere traditi, e possono costantemente mettere in discussione e in dubbio i luoghi in cui il coniuge o il partner si trova, le sue azioni, le sue intenzioni e la sua fedeltà.
Disturbo Schizoide di Personalità
Il Disturbo Schizoide di Personalità è un pattern in cui l’individuo si distacca dalle relazioni sociali e manifesta difficoltà nelle proprie espressioni emotive durante le relazioni interpersonali. Questo pattern è contraddistinto da almeno quattro delle seguenti caratteristiche:
– Il soggetto non desidera né prova piacere nelle relazioni affettive, incluso il far parte di una famiglia.
– Il soggetto quasi sempre preferisce e sceglie attività individuali.
– Il soggetto dimostra poco o nessun interessa ad avere esperienze sessuali con un’altra persona.
– Il soggetto prova piacere in poche o nessuna attività.
– Il soggetto non ha amici stretti o confidenti, eccetto i parenti di primo grado.
– Il soggetto sembra essere indifferente alle lodi o alle critiche degli altri.
– Il soggetto mostra freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita.
La persona affetta dal disturbo schizoide di personalità tende ad estraniarsi dal mondo che lo circonda e appare agli altri come se vivesse in un mondo tutto suo o comunque di difficile accesso; spesso è passivo nei confronti delle difficoltà della vita; ha pochi amici e ha difficoltà anche nelle relazioni amorose, tanto che è probabile che non si sposi; può avere difficoltà sul lavoro se il ruolo lavorativo richiede un certo grado di interazione con altre persone (il suo funzionamento lavorativo invece non è compromesso se svolge ruoli isolati o dove l’interazione con altre persone è minima o filtrata da mezzi di comunicazione come email e chat); può manifestare episodi psicotici brevi e può sviluppare successivamente un disturbo delirante o la schizofrenia.
Disturbo Schizotipico di Personalità
Il Disturbo Schizotipico di Personalità è un pattern pervasivo di deficit sociali e interpersonali caratterizzato da disagio acuto e ridotta capacità riguardanti le relazioni affettive, da distorsioni cognitive e percettive e da eccentricità di comportamento. Questo pattern inizia entro la prima età adulta, è presente in svariati contesti ed è contraddistinto da almeno cinque dalle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con disturbo schizotipico di personalità hanno spesso idee di riferimento, cioè interpretazioni scorrette di avvenimenti casuali e di eventi esterni come se avessero un significato particolare e insolito specifico per la persona.
Queste dovrebbero essere distinte dai deliri di riferimento, in cui le opinioni sono sostenute da una convinzione delirante.
– Gli individui possono essere superstiziosi o preoccupati da fenomeni paranormali in contrasto con le norme della loro subcultura: hanno convinzioni o pensiero magico che influenzano il loro comportamento e sono in contrasto con le norme subculturali (ad esempio credere nella chiaroveggenza, nella telepatia, nel sesto senso o in superstizioni). Possono sentire di avere poteri speciali come quello di intuire gli eventi prima che avvengano o di leggere i pensieri degli altri. Possono credere di avere un controllo magico sugli altri, che può essere esercitato direttamente (per esempio, credendo che il fatto che il coniuge porta fuori il cane per una passeggiata sia il risultato diretto dell’aver pensato un’ora prima che ciò dovesse accadere) o indirettamente, attraverso il compimento di rituali magici (ad esempio oltrepassare un certo oggetto tre volte per evitare una conseguenza spiacevole).
– Possono essere presenti alterazioni percettive, come illusioni corporee o altre percezioni insolite (ad esempio sentire la presenza di un’altra persona o sentire una voce che mormora il proprio nome).
– Il loro pensiero ed eloquio sono strani, a volte vaghi, circostanziali, metaforici, iper-elaborati o stereotipati; possono includere frasi e costruzioni insolite o idiosincratiche. Parlano spesso in modo allentato, digressivo o vago, ma senza veri deragliamenti o incoerenze.
– Gli individui con questo disturbo sono spesso sospettosi e possono avere un’ideazione paranoide: ad esempio possono credere che i loro colleghi di lavoro siano intenti a distruggere la loro reputazione agli occhi dei superiori.
– Solitamente i soggetti non sono capaci di mettere in atto l’intera gamma di affetti e segnali interpersonali necessari per riuscire nelle relazioni interpersonali e quindi spesso sembrano interagire con gli altri in modo inappropriato, rigido o limitato.
– Questi individui sono spesso considerati strani o eccentrici, a causa di comportamenti o di un aspetto peculiari: alle volte usano insoliti manierismi, oppure possono avere un abbigliamento spesso trasandato, non coordinato o una disattenzione per le convenzioni sociali. Ad esempio il soggetto può evitare il contatto visivo, indossare abiti macchiati di inchiostro e di taglia sbagliata o non essere in grado di unirsi agli scambi di battute dei colleghi.
– Vivendo come problematico l’avere a che fare con gli altri e provando disagio nell’entrare in relazione con altre persone (nonostante possano esprimere infelicità per la mancanza di relazioni), il loro comportamento suggerisce che vi sia un desiderio ridotto di contatti intimi. Pertanto spesso hanno pochi o nessun amico intimo o confidente oltre ai parenti di primo grado.
– Interagiscono con le altre persone quando devono farlo, ma preferiscono stare per conto loro, perché sentono di essere diversi e proprio “non si inseriscono”. Hanno un’eccessiva ansia sociale, che non diminuisce facilmente, neppure con l’aumento di familiarità con l’ambiente o con le altre persone, perché tende ad essere associata a sospettosità sulle motivazioni degli altri e a preoccupazioni paranoidi piuttosto che ad un giudizio negativo di sé.
Disturbi di Personalità del Gruppo B
Disturbo Antisociale di Personalità
Il Disturbo Antisociale di Personalità è un pattern pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta fin dall’età di 15 anni. Questo pattern è stato anche denominato Psicopatia, Sociopatia o Disturbo Dissociale di Personalità.
Per porre questa diagnosi, l’individuo deve avere almeno 18 anni e avere in anamnesi alcuni sintomi del Disturbo della Condotta prima dell’età di 15 anni. Il Disturbo della Condotta comporta un pattern ripetitivo e persistente di comportamenti che violano i diritti basilari degli altri o le principali norme o regole sociali appropriate all’età. I comportamenti specifici caratteristici del Disturbo della Condotta cadono in una di queste quattro categorie: aggressione a persone o animali, distruzione di proprietà, truffa o furto, o grave violazione di regole.
Il pattern di comportamento antisociale continua in età adulta nel caso del Disturbo Antisociale di Personalità. La disonestà e la manipolazione sono aspetti centrali di tale disturbo, che è contraddistinto da almeno tre dalle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con disturbo antisociale di personalità non riescono a conformarsi alle norme sociali per quanto riguarda il comportamento legale. Possono compiere ripetutamente atti passibili di arresto, come distruggere proprietà, molestare gli altri, rubare o svolgere attività illegali. Gli individui con questo disturbo non rispettano i desideri, i diritti o i sentimenti degli altri.
– Sono frequentemente disonesti e manipolativi per profitto o per piacere personale (ad esempio per ottenere denaro, sesso o potere). Possono mentire ripetutamente, usare falsi nomi, truffare o simulare.
– Sono impulsivi, e la loro impulsività può manifestarsi con l’incapacità di pianificare. Le decisioni vengono prese sotto l’impulso del momento, senza riflettere e senza considerare le conseguenze per sé e per gli altri; questo può determinare cambiamenti improvvisi di lavoro, di residenza o di relazioni.
– Gli individui con disturbo antisociale di personalità tendono a essere irritabili e aggressivi e possono essere ripetutamente coinvolti in scontri fisici o compiere aggressioni fisiche (incluso il picchiare il coniuge o i figli).
– Questi individui mostrano anche una noncuranza sconsiderata della sicurezza propria o altrui. Ciò può essere evidenziato da molti fattori, ad esempio il loro modo di guidare può essere caratterizzato da ricorrente eccesso di velocità, guida in stato di intossicazione, incidenti multipli. Possono assumere comportamenti sessuali o fare uso di sostanze con elevato rischio di conseguenze dannose. Possono ignorare o non curarsi di un figlio, al punto da metterlo in pericolo.
– Gli individui con disturbo antisociale di personalità tendono anche a essere spesso estremamente irresponsabili. Ad esempio possono scegliere di restare disoccupati per periodi significativi nonostante la disponibilità di opportunità di lavoro, abbandonare un lavoro senza avere un piano realistico per ottenerne un altro, o anche fare ripetute assenze dal lavoro non giustificate da malattie proprie o dei familiari. Possono anche essere irresponsabili in ambito finanziario, ad esempio con inadempienza ai debiti, incapacità di provvedere al mantenimento dei figli, o incapacità di supportare altre figure dipendenti in modo regolare.
– Gli individui con disturbo antisociale mostrano scarso o nessun rimorso per le conseguenze delle proprie azioni. Possono essere indifferenti o fornire una razionalizzazione superficiale dopo aver danneggiato, maltrattato o derubato qualcuno (ad esempio: “la vita è ingiusta”, “i perdenti meritano di perdere”). Questi soggetti possono accusare le vittime di essere stupide, incapaci o di meritarsi il proprio destino (ad esempio: “gli sarebbe capitato comunque”); possono minimizzare le conseguenze dannose delle proprie azioni; o possono semplicemente mostrare completa indifferenza. Generalmente sono incapaci di scusarsi o di riparare al loro comportamento. Possono credere che ognuno debba sacrificarsi per “aiutare il numero uno” e che non ci si debba fermare di fronte a niente per evitare di essere sottomessi.
Disturbo Borderline di Personalità
Il Disturbo Borderline di Personalità è un pattern pervasivo di instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e nell’umore, e di marcata impulsività, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Questo pattern è contraddistinto da almeno cinque delle seguenti caratteristiche:
– Sforzi disperati per evitare un reale o immaginario abbandono. La percezione della separazione o del rifiuto imminenti, o la perdita di qualche strutturazione esterna, possono portare ad alterazioni profonde dell’immagine di sé, dell’umore, della cognitività e del comportamento. Questi individui sono molto sensibili alle circostanze ambientali. Provano intensi timori di abbandono e rabbia inappropriata anche quando si trovano ad affrontare separazioni reali limitate nel tempo o quando intervengono cambiamenti inevitabili di progetti (ad esempio: disperazione improvvisa come reazione all’annuncio del clinico che il tempo del colloquio è terminato; panico o furore quando qualcuno per loro importante è in ritardo di pochi minuti o deve disdire un appuntamento). Possono credere che questo “abbandono” implichi che essi siano “cattivi”. Questi timori di abbandono sono associati all’intolleranza a restare soli e alla necessità di avere persone con loro. Gli sforzi disperati per evitare l’abbandono possono comportare azioni impulsive, come comportamenti suicidari o auto-mutilanti.
– Pattern di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzato dall’alternanza tra gli estremi di iper-idealizzazione e svalutazione. Possono idealizzare caregiver o amanti potenziali al primo o al secondo incontro, chiedere di trascorrere molto tempo insieme e condividere i dettagli più intimi all’inizio di una relazione. Tuttavia, possono passare rapidamente dall’idealizzare le altre persone allo svalutarle, sentire che l’altra persona non si occupa abbastanza di loro, non dà abbastanza, non è abbastanza “presente”. Questi individui possono empatizzare con altre persone e accudirle, ma solo con l’aspettativa che le altre persone saranno “presenti” a loro volta per soddisfare le loro necessità a richiesta. Sono inclini a cambiamenti improvvisi e drammatici della loro visione degli altri, che possono essere visti alternativamente come supporti benefici o come crudelmente punitivi. Tali variazioni spesso riflettono la disillusione nei confronti di un caregiver le cui qualità di accudimento sono state idealizzate, o da parte del quale ci si aspetta il rifiuto o l’abbandono.
– Alterazione dell’identità caratterizzata da un’immagine di sé o da una percezione di sé marcatamente e persistentemente instabile. Vi sono variazioni improvvise e drammatiche dell’immagine di sé, caratterizzate da cambiamenti di obiettivi, valori, aspirazioni. Possono esservi improvvisi cambiamenti di opinioni e di progetti a proposito della carriera, dell’identità sessuale, dei valori e del tipo di amici. Questi individui possono improvvisamente passare dal ruolo di supplice, bisognoso di aiuto, a quello di giusto vendicatore di un maltrattamento precedente. Sebbene abbiano di solito un’immagine di sé che si basa sull’essere cattivi o pericolosi, gli individui borderline possono talvolta sentire di non esistere affatto. Tali esperienze solitamente si manifestano in situazioni in cui l’individuo percepisce la mancanza di una relazione significativa, di accudimento e di supporto. Possono mostrare le prestazioni peggiori nel lavoro non strutturato o in situazioni scolastiche.
– Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per sé: possono giocare d’azzardo, spendere soldi in modo irresponsabile, abbuffarsi, abusare di sostanze, avere rapporti sessuali non sicuri o guidare spericolatamente.
– Gli individui con questo disturbo manifestano ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidari, o comportamento auto-mutilante.
Il suicidio riuscito si verifica nell’8-10% di tali individui, e gli atti auto-mutilanti (ad esempio tagliarsi o bruciarsi) e le minacce e i tentativi di suicidio sono molto comuni. La tendenza ricorrente al suicidio è spesso la ragione per cui questi individui chiedono aiuto.
Le azioni autodistruttive sono di solito indotte da minacce di separazione o di rifiuto, o dall’aspettativa di assumere maggiori responsabilità. L’automutilazione può verificarsi durante esperienze dissociative e spesso porta sollievo, riaffermando la capacità di sentire o di espiare la sensazione dell’individuo di essere cattivo.
– I soggetti con disturbo borderline possono manifestare instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (ad esempio, episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore e soltanto raramente più di pochi giorni).
L’umore disforico di base di chi è affetto da disturbo borderline di personalità è spesso spezzato da periodi di rabbia, panico o disperazione ed è raramente alleviato da periodi di benessere o soddisfazione. Questi episodi possono riflettere l’estrema reattività dell’individuo a stress interpersonali.
– Gli individui con questo disturbo possono essere afflitti da sentimenti cronici di vuoto.
Facilmente annoiati, possono costantemente cercare qualcosa da fare.
– I soggetti frequentemente esprimono rabbia inappropriata, intensa o hanno difficoltà a controllare la propria rabbia. Possono manifestare frequenti accessi d’ira, rabbia costante, estremo sarcasmo, amarezza costante, esplosioni verbali, arrivando addirittura a ricorrenti scontri fisici. La rabbia è spesso suscitata dal vedere un caregiver o un amante come disattento, rifiutante, poco dedito o abbandonante. Tali espressioni di rabbia sono spesso seguite da vergogna e senso di colpa, e contribuiscono alla sensazione di essere cattivi.
– Durante i periodi di stress estremo, possono manifestarsi ideazione paranoide transitoria o sintomi dissociativi (ad esempio la depersonalizzazione), ma questi sono generalmente di gravità o durata insufficienti a giustificare una diagnosi addizionale. Questi episodi si manifestano più frequentemente in risposta a un reale o immaginario abbandono. I sintomi tendono a essere transitori e durano minuti o ore. Il ritorno reale o percepito dell’accudimento da parte del caregiver può determinare una remissione dei sintomi.
Disturbo Istrionico di Personalità
Il Disturbo Istrionico di Personalità è un pattern di emotività eccessiva e pervasiva e di ricerca di attenzione, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Questo pattern è contraddistinto da almeno cinque delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con disturbo istrionico si sentono a disagio o non apprezzati in situazioni in cui non sono al centro dell’attenzione. Spesso brillanti e teatrali, tendono ad attirare l’attenzione su loro stessi e possono inizialmente affascinare le nuove conoscenze per il loro entusiasmo, l’evidente apertura o seduttività. Tali qualità tendono a indebolirsi, tuttavia, poiché questi individui richiedono continuamente di essere al centro dell’attenzione. Essi si accaparrano il ruolo di “protagonista della festa”. Se non sono al centro dell’attenzione, possono mettere in atto qualcosa di teatrale (ad esempio inventare delle storie o creare una scena) per attrarre l’attenzione su di loro. Questa necessità è spesso evidente nel loro comportamento con il clinico (ad esempio possono mettere in atto comportamenti di adulazione, fare regali, fornire descrizioni drammatiche dei sintomi fisici e psicologici che vengono sostituiti da nuovi sintomi ad ogni visita).
– L’aspetto e il comportamento degli individui con questo disturbo sono spesso inappropriatamente provocanti o seduttivi dal punto di vista sessuale. Tale comportamento non è diretto soltanto nei confronti di persone per cui l’individuo ha un interesse sessuale o sentimentale, ma si manifesta in una grande varietà di relazioni sociali, lavorative e professionali, al di là di quanto sia appropriato al contesto sociale.
– L’espressione delle emozioni può essere superficiale e rapidamente mutevole.
– Gli individui con questo disturbo utilizzano costantemente l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di loro. Sono eccessivamente preoccupati di impressionare gli altri per il loro aspetto, e impiegano un’eccessiva quantità di tempo, energia e denaro per gli abiti e le cure personali. Possono “andare in cerca di complimenti” per il loro aspetto ed essere facilmente ed eccessivamente turbati da un commento critico su come appaiono o da una fotografia che considerano poco lusinghiera.
– Questi individui hanno un eloquio eccessivamente impressionistico e privo di dettagli. Opinioni convincenti vengono espresse con afflato teatrale, ma le ragioni sottostanti sono di solito vaghe e generiche, senza fatti e dettagli di supporto. Per esempio, un individuo con disturbo istrionico può commentare che una certa persona è un essere umano meraviglioso, ma è incapace di fornire esempi specifici di qualità positive che supportino questa opinione.
– I soggetti con disturbo istrionico sono caratterizzati da auto-drammatizzazione, teatralità ed espressione esagerata delle emozioni. Possono mettere in imbarazzo amici e conoscenti per un’eccessiva manifestazione pubblica delle emozioni (ad esempio abbracciare con ardore eccessivo conoscenze casuali, piangere in modo incontrollabile per eventi sentimentali minimi, avere scatti d’ira). Tuttavia, le loro emozioni spesso sembrano accendersi e spegnersi troppo rapidamente per essere vissute in modo profondo, cosa che può portare gli altri ad accusare l’individuo di simulare questi sentimenti.
– Gli individui con questo disturbo hanno un elevato grado di suggestionabilità. Le loro opinioni e sentimenti vengono facilmente influenzati dagli altri, dalle circostanze e da momentanei entusiasmi. Possono essere eccessivamente fiduciosi, specialmente nei confronti di figure con forte autorità cui attribuiscono la risoluzione magica dei loro problemi. Tendono a seguire le impressioni e ad adottare rapidamente convinzioni.
– Gli individui con disturbo istrionico di personalità considerano le relazioni più intime di quanto non siano realmente. Ad esempio, possono definire quasi ogni conoscente un proprio “caro, carissimo amico” o possono riferirsi a medici incontrati una o due volte in circostanze professionali con il loro nome di battesimo.
Disturbo Narcisistico di Personalità
Il Disturbo Narcisistico di Personalità è un pattern pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Questo pattern è contraddistinto da almeno cinque delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con questo disturbo hanno un senso grandioso di importanza. Abitualmente sovrastimano le proprie capacità ed esagerano i propri risultati e talenti, apparendo spesso vanagloriosi e presuntuosi. Possono sconsideratamente presumere che anche gli altri attribuiscano lo stesso valore ai loro sforzi e possono restare sorpresi quando non ricevono le lodi che si aspettano e che sentono di meritare. Spesso nel giudizio esagerato dei propri talenti è implicita una sottostima o svalutazione dei contributi di altri.
– Sono spesso assorbiti da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati o di amore ideale. Possono rimuginare sul “ritardo” di ammirazione e privilegi, e paragonarsi favorevolmente con persone famose e privilegiate.
– Gli individui con disturbo narcisistico credono di essere superiori, speciali o unici, e si aspettano che gli altri li riconoscano come tali. Possono pensare di sentirsi capiti solo da persone speciali o di classe sociale elevata e di doverle frequentare, e possono attribuire qualità di “unico”, “perfetto” o “dotato di talento” a coloro che frequentano. Gli individui con questo disturbo credono che le loro necessità siano speciali e fuori dalla comprensione delle persone comuni. La loro autostima viene aumentata (cioè “rispecchiata”) dal valore idealizzato che attribuiscono a coloro che frequentano. Sono inclini ad insistere per avere soltanto le persone più importanti come medico, avvocato, parrucchiere, istruttore e così via, o ad affiliarsi alle “migliori” istituzioni, ma possono svalutare le credenziali di chi li delude.
– Gli individui con questo disturbo generalmente richiedono eccessiva ammirazione. La loro autostima è quasi invariabilmente molto fragile. Possono preoccuparsi di quanto si stiano comportando bene e di quanto vengano giudicati favorevolmente dagli altri. Questo spesso si trasforma nella costante necessità di attenzione e ammirazione. Possono aspettarsi che il loro arrivo venga accolto con grandi feste e sono stupiti se gli altri non bramano ciò che essi possiedono. Possono costantemente ricercare complimenti, spesso con grande fascino.
– Nella loro irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore, vi è un senso di diritto, cioè coltivano un’irragionevole aspettativa a ricevere speciali trattamenti di favore. Si aspettano di venire immediatamente soddisfatti e, quando questo non accade, sono sconcertati e furiosi. Per esempio, possono presumere di non dover aspettare in coda e che le loro priorità siano così importanti che gli altri dovrebbero sottomettersi, e quindi si irritano quando gli altri non li assistono “nel loro lavoro molto importante”.
– Il loro senso di diritto, insieme alla mancanza di sensibilità per i desideri e le necessità altrui, può sfociare nello sfruttamento, cosciente o involontario, degli altri. Approfittano delle altre persone per i propri scopi e si aspettano che venga loro data qualsiasi cosa vogliano o di cui sentano di avere bisogno, senza alcuna considerazione del significato che ciò possa avere per gli altri. Per esempio, questi individui possono aspettarsi grande dedizione dagli altri e possono abusarne senza riguardo per le conseguenze sulle loro vite. Tendono a stringere amicizie o relazioni sentimentali solo se sembra che l’altra persona possa favorire i loro propositi o aumentare diversamente la loro autostima. Spesso usurpano privilegi speciali e risorse straordinarie che credono di meritare perché si ritengono tanto speciali.
– Gli individui con disturbo narcisistico generalmente mancano di empatia e hanno difficoltà a riconoscere o a identificarsi con i desideri, le esperienze soggettive e i sentimenti degli altri. Possono presumere che gli altri siano totalmente assorbiti dal loro benessere. Tendono a discutere le proprie preoccupazioni con dettagli inappropriati e prolissi, mentre sono incapaci di riconoscere che anche gli altri hanno sentimenti e necessità. Sono spesso sprezzanti e impazienti con altri che parlano dei propri problemi e preoccupazioni. Questi individui possono essere incuranti del dolore che possono infliggere le loro osservazioni (per esempio, dire in modo entusiasta a un/a precedente amante “sto vivendo la storia della mia vita!” o gloriarsi della propria salute di fronte a chi è malato). Quando vengono riconosciuti, i bisogni, i desideri o i sentimenti degli altri possono essere visti in modo denigratorio, come segni di debolezza o vulnerabilità. Chi si pone in relazione con individui con disturbo narcisistico di personalità tipicamente trova freddezza emotiva e mancanza di interesse reciproco.
– Questi individui sono spesso invidiosi degli altri o credono che gli altri siano invidiosi di loro. Possono invidiare gli altrui successi e proprietà, sentendo di essere maggiormente meritevoli di quei risultati, ammirazione o privilegi. Possono svalutare aspramente i contributi di altri, particolarmente quando essi hanno ricevuto riconoscimento o lode per i loro successi.
– Comportamenti arroganti e presuntuosi caratterizzano questi individui, che spesso manifestano un atteggiamento snob, sdegnoso o condiscendente. Per esempio, un individuo con questo disturbo può lamentarsi della “scortesia” o “stupidità” di un cameriere maldestro o concludere una visita medica con una valutazione condiscendente del medico.
Disturbi di Personalità del Gruppo C
Disturbo Evitante di Personalità
Il Disturbo Evitante di Personalità è un pattern pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e iper-sensibilità al giudizio negativo, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Questo pattern è contraddistinto da almeno quattro delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con disturbo evitante evitano le attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale per timore di essere criticati, disapprovati o rifiutati. Possono essere rifiutate offerte di promozione sul lavoro poiché le nuove responsabilità potrebbero determinare la critica dei colleghi.
– Questi individui sono riluttanti ad entrare in relazione con gli altri ed evitano di farsi nuovi amici, a meno che non siano certi di piacere e di essere accettati senza critiche. Finché non superano prove rigorose che dimostrano il contrario, le altre persone sono ritenute critiche e disapprovanti. Gli individui con questo disturbo non si uniscono ad attività di gruppo, a meno che non vi siano offerte ripetute e generose di supporto e accudimento. L’intimità interpersonale è spesso difficoltosa per questi individui, sebbene siano capaci di stabilire relazioni intime quando viene assicurata un’accettazione incondizionata.
– Possono agire con inibizione, avere difficoltà a parlare di sé e celare sentimenti intimi per timore di esporsi, di essere ridicolizzati o umiliati.
– Poiché gli individui con questo disturbo si preoccupano di essere criticati o rifiutati in situazioni sociali, possono essere particolarmente sensibili nell’avvertire tali reazioni. Se qualcuno li disapprova o li critica anche leggermente, possono sentirsi estremamente feriti. Tendono ad essere timidi, quieti, inibiti e “invisibili”, per timore che qualsiasi attenzione sia umiliante o rifiutante. Si aspettano che, indipendentemente da quello che dicono, gli altri lo ritengano “sbagliato”, e quindi possono non dire assolutamente niente. Reagiscono vistosamente alle velate allusioni che suggeriscono scherno o derisione. Nonostante il loro desiderio di partecipare attivamente alla vita sociale, temono di mettere il loro benessere nelle mani degli altri.
– Gli individui con disturbo evitante sono inibiti nelle situazioni interpersonali poiché si sentono inadeguati e hanno una bassa autostima. In situazioni che comprendono interazioni con estranei manifestano particolarmente dubbi riguardanti la loro competenza sociale e attrattiva personale.
– Questi individui credono di essere socialmente inetti, personalmente non attraenti, o inferiori agli altri.
– Sono insolitamente riluttanti ad assumere rischi personali o a impegnarsi in qualsiasi nuova attività, poiché questo può rivelarsi imbarazzante. Sono inclini ad esagerare i pericoli potenziali di situazioni ordinarie, e dalla loro necessità di certezza e sicurezza può derivare uno stile di vita coartato. Alcuni individui con questo disturbo possono disdire un colloquio di lavoro per timore di sentirsi imbarazzati per non essere vestiti adeguatamente. Sintomi somatici marginali o altri problemi possono diventare la ragione per cui evitano nuove attività.
Disturbo Dipendente di Personalità
Il Disturbo Dipendente di Personalità è un pattern di necessità pervasiva ed eccessiva di essere accuditi, che determina un comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione. Il comportamento dipendente e sottomesso è finalizzato a suscitare protezione e nasce da una percezione di sé come incapace di funzionare adeguatamente senza l’aiuto di altri. Questo pattern inizia entro la prima età adulta, è presente in svariati contesti ed è contraddistinto da almeno cinque delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con disturbo dipendente hanno grande difficoltà a prendere le decisioni quotidiane (ad esempio il colore della camicia da indossare per il lavoro o se portare un ombrello) senza un’eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni da parte di altri.
– Questi individui tendono ad essere passivi e ad avere bisogno che altre persone (spesso una sola persona) prendano l’iniziativa e si assumano la responsabilità per la maggior parte dei settori della loro vita. Gli individui con questo disturbo tipicamente dipendono da un genitore o dal coniuge per decidere dove devono vivere, che tipo di lavoro dovrebbero avere, di quali vicini devono essere amici. Gli adolescenti con questo disturbo possono permettere a un genitore o ad entrambi di decidere cosa dovrebbero indossare, chi frequentare, come trascorrere il tempo libero, a quale scuola o corso universitario iscriversi. Questa necessità che gli altri si assumano le responsabilità della loro vita va al di là delle richieste appropriate per l’età e per la situazione (come ad esempio le necessità specifiche dei bambini, delle persone anziane e dei disabili). Il disturbo dipendente può manifestarsi in un individuo con una grave condizione medica o disabilità, ma in tali casi la difficoltà nell’assumersi delle responsabilità deve andare al di là di quanto si associa generalmente a quella condizione o disabilità.
– Poiché temono di perdere il supporto o l’approvazione, gli individui con disturbo dipendente spesso hanno difficoltà ad esprimere il disaccordo verso altre persone, specialmente verso coloro da cui sono dipendenti. Questi individui si sentono talmente incapaci di funzionare autonomamente che concorderanno su ciò che ritengono sbagliato, piuttosto che perdere l’aiuto di coloro dai quali cercano di farsi guidare. Non si arrabbiano adeguatamente con le persone dalle quali hanno bisogno di essere supportati e accuditi per timore di allontanarle. Se le preoccupazioni dell’individuo riguardo alle conseguenze dell’espressione del disaccordo sono realistiche (ad esempio timori realistici di castigo o punizione da parte di una/un partner violenta/o), il comportamento non dovrebbe essere considerato come prova di un disturbo dipendente.
– Gli individui con questo disturbo hanno difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose in modo indipendente e autonomo, per mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per una mancanza di motivazione o di energia. Essi mancano di sicurezza in sé stessi e credono di avere necessità di aiuto per iniziare e portare avanti dei compiti. Aspetteranno gli altri per iniziare le cose, poiché credono che di regola gli altri facciano meglio. Questi individui sono convinti di essere incapaci di funzionare autonomamente e si presentano come inetti e bisognosi di assistenza costante. Possono, tuttavia, funzionare adeguatamente se hanno la sicurezza che qualcun altro stia supervisionando e li approvi. Possono temere di diventare o di apparire più competenti, poiché possono credere che questo conduca all’abbandono. Poiché contano sugli altri per gestire i propri problemi, spesso non acquisiscono gli strumenti per vivere adeguatamente, perpetuando così la loro dipendenza.
– Gli individui con disturbo dipendente possono giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli, se tale comportamento procurerà loro le cure di cui hanno bisogno. Sono pronti a sottomettersi a ciò che gli altri vogliono, anche quando le richieste altrui sono irragionevoli. La loro necessità di conservare un legame importante spesso conduce a relazioni sbilanciate o distorte. Possono fare sacrifici straordinari o tollerare l’abuso verbale, fisico o sessuale anche in presenza di possibili alternative a tali situazioni.
– Gli individui con questo disturbo si sentono a disagio o indifesi quando sono soli, a causa dell’esagerato timore di essere incapaci di prendersi cura di sé. Seguiranno “passo passo” altre persone ritenute importanti proprio per evitare di stare da soli, anche se non sono interessati o coinvolti in ciò che sta accadendo.
– Quando termina una relazione intima (ad esempio la rottura con un/a amante, la morte di un caregiver), gli individui con disturbo dipendente di personalità possono cercare con urgenza un’altra relazione che fornisca l’accudimento e il supporto di cui hanno bisogno. La loro convinzione di essere incapaci di funzionare in assenza di una relazione intima li motiva ad attaccarsi rapidamente e indiscriminatamente a un’altra persona.
– Gli individui con questo disturbo sono spesso preoccupati dal timore di essere lasciati a prendersi cura di sé. Si vedono così totalmente dipendenti dal consiglio e dall’aiuto di un’altra persona importante che temono che questa li abbandoni anche quando non vi sono motivi per giustificare tale paura. Le paure, per essere considerate prove di questo criterio, devono essere eccessive e non realistiche. Per esempio, un uomo anziano gravemente malato che si trasferisce nella casa della figlia per essere curato esibisce un comportamento dipendente appropriato alla sua situazione.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP o OCPD)
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità, chiamato anche DOCP o OCPD (da non confondere con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, detto anche DOC o OCD), è un pattern pervasivo di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale, a spesse di flessibilità, apertura ed efficienza. Questo pattern inizia entro la prima età adulta, è presente in svariati contesti ed è contraddistinto da almeno quattro delle seguenti caratteristiche:
– Gli individui con DOCP cercano di mantenere la sensazione di controllo attraverso un’attenzione minuziosa per le regole, i dettagli (anche futili), le procedure, le liste, l’ordine, l’organizzazione, i programmi o la forma, al punto che va perduto lo scopo principale dell’attività. Sono eccessivamente accurati e inclini alla ripetizione, prestando una straordinaria attenzione ai dettagli e controllando ripetutamente in cerca di eventuali errori. Dimenticano che le altre persone tendono a infastidirsi dei ritardi e degli inconvenienti che derivano da questo comportamento. Per esempio, quando tali individui smarriscono una lista delle cose da fare, spesso perdono un’eccessiva quantità di tempo per cercare la lista piuttosto che spendere pochi minuti per ricrearla a memoria e procedere a eseguire i compiti. Il tempo viene male organizzato, i compiti più importanti vengono lasciati all’ultimo minuto. Il perfezionismo e gli elevati standard di prestazione che essi si impongono causano in questi individui disagio e compromissione del funzionamento significativi.
– Possono impegnarsi talmente tanto nel definire ogni dettaglio di un progetto assolutamente perfetto che il progetto non viene mai ultimato. Il loro perfezionismo li rende spesso incapaci di completare un progetto o un compito perché non risultano soddisfatti i loro standard oltremodo rigidi. Per esempio, il completamento di un rapporto scritto viene ritardato da numerose ristesure, dispendiose in termini di tempo, che risultano tutte “imperfette”. Le scadenze possono non essere rispettate e gli aspetti della vita dell’individuo che non rappresentano l’attuale obiettivo della sua attività possono essere trascurati.
– Gli individui con OCPD mostrano una dedizione eccessiva al lavoro e alla produttività, fino all’esclusione delle attività di svago e delle amicizie. Questo comportamento non è giustificato da una necessità economica. Essi spesso sentono di non avere tempo per dedicare una serata o un fine settimana a qualche uscita, o solo per rilassarsi. Possono continuare a posticipare un’attività piacevole, come una vacanza, in modo che non possa mai verificarsi. Quando occupano del tempo per le attività ricreative o per le vacanze, sono molto a disagio, a meno che non si siano portati dietro del lavoro in modo da non “perdere tempo”. Vi può essere una grande concentrazione sui lavori domestici (ad esempio pulizie eccessive ripetute, tanto che “si può mangiare sul pavimento”). Se trascorrono del tempo con gli amici, è probabile che questo avvenga in qualche tipo di attività organizzata (ad esempio lo sport). I passatempi o le attività ricreative vengono affrontati come compiti seri che richiedono un’attenta organizzazione e un duro lavoro di controllo. L’enfasi viene posta sull’esecuzione perfetta. Questi individui trasformano il gioco in un compito strutturato (ad esempio possono correggere un bambino perché non dispone gli anelli sul paletto nel giusto ordine; dire a un bambino che fa i primi passi con il triciclo di percorrere una traiettoria diritta; trasformare una partita di calcio in una “lezione”).
– Gli individui con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità possono essere eccessivamente coscienziosi, scrupolosi e intransigenti in tema di moralità, etica o valori. Possono forzare sé stessi e gli altri a seguire rigidi principi morali e standard di prestazione molto rigorosi. Possono anche essere impietosamente auto-critici nei confronti dei propri errori. Gli individui con questo disturbo sono rigidamente sottomessi all’autorità e alle regole e insistono su un’obbedienza quasi assoluta, senza che si possa fare alcuno strappo alle regole in circostanze estreme. Per esempio, l’individuo non presterà qualche spicciolo a un amico che ne ha bisogno per fare una telefonata, perché “non si deve mai ricevere un prestito né prestare”, o perché potrebbe essere “negativo” per il carattere della persona. Queste qualità non devono risultare giustificate dall’appartenenza culturale o religiosa dell’individuo.
– Gli individui con questo disturbo possono essere incapaci di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno significato affettivo. Spesso questi individui ammetteranno di essere delle “formichine”. Possono considerare uno spreco gettare via degli oggetti perché “non puoi mai sapere quando ne avrai bisogno” e saranno turbati se qualcuno tenta di sbarazzarsi delle cose che hanno accumulato. I loro coniugi o compagni di stanza possono lamentarsi della quantità di spazio occupato da oggetti vecchi, riviste, apparecchi rotti e così via.
– Gli individui con DOCP sono riluttanti a delegare compiti o a lavorare con altri, a meno che questi non si sottomettano esattamente al loro modo di fare le cose. Insistono pervicacemente e irragionevolmente perché ogni cosa sia fatta a modo loro e perché le persone si conformino al loro modo di fare le cose. Spesso danno istruzioni molto dettagliate su come dovrebbero essere fatte le cose (ad esempio, vi è un solo e unico modo di falciare il prato, lavare i piatti, costruire la casetta per il cane) e sono sorpresi e irritati se gli altri suggeriscono alternative creative. Altre volte possono rifiutare offerte di aiuto anche quando sono in ritardo sul programma, poiché pensano che nessun altro possa far bene una certa cosa.
– Gli individui con questo disturbo possono adottare una modalità di spesa improntata all’avarizia per sé e per gli altri, e mantenere un livello di vita al di sotto di quanto possono permettersi, per la convinzione che il denaro debba essere accumulato e le spese attentamente controllate per provvedere in caso di eventuali future catastrofi.
– Gli individui con OCPD sono caratterizzati da rigidità e testardaggine. Sono talmente preoccupati di fare le cose nell’unico modo “corretto” che hanno problemi a seguire le idee di altri. Questi individui pianificano meticolosamente in dettaglio e sono restii a prendere in considerazione delle modifiche. Totalmente assorti nelle proprie prospettive, hanno difficoltà a riconoscere i punti di vista degli altri. Gli amici e i colleghi possono essere frustrati da questa costante rigidità. Anche quando gli individui con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità riconoscono che giungere a un compromesso può essere nel loro interesse, possono testardamente rifiutare di farlo, sostenendo che “è il principio quello che conta”.